Blue Whale: La Cassazione in Italia si determina
La cassazione a Sezione Unite si pronuncia sul gioco della blue whale che solo qualche mese fa è venuto agli onori della cronaca in Italia, ma che rappresentava in realtà un allarme mondiale già da tempo.
Il Fatto
L’indagato aveva intrattenuto dei rapporti virtuali con la minore, nell’ambito della partecipazione al noto gioco del “Blue Whale Challenge” In particolare, l’imputato inviava alla minore alcuni messaggi tra cui uno nello specifico che le intimava: «Manda audio in cui dici che sei mia schiava e della vita non ti importa niente e me la consegni». Il Pubblico Ministero, disponeva il sequestro probatorio del telefono cellulare e di materiale informatico dell’indagato, ipotizzando i retai di istigazione al suicidio ex art 580 c.p e di adescamento di minorenne ex art 609 undecies c.p. Il Tribunale confermava il sequestro.
Il ricorso
Avverso tale decisione del tribunale proponeva ricorso in Cassazione il difensore dell’uomo il quale riteneva che non fosse ipotizzabile il reato di istigazione al suicidio, in quanto la minore non aveva tentato il suicidio.
La Cassazione ritenendo fondato il ricorso, ritiene non sussistere il reato di istigazione al suicidio in quanto la minore non ha minimamente ipotizzato tale gesto estremo; l’art 580cp infatti punisce l’istigazione, a condizione che la stessa venga accolta e il suicidio si verifichi o, quanto meno il suicida fallisca nel suo intento e si procuri lesioni gravi.
La Cassazione ha ritenuto quindi che trattasi di adescamento di minori, non senza rimarcare l’attenzione su un fenomeno particolarmente allarmante che potrebbe avere forti ripercussioni nei confronti di minori facilmente suggestionabili.
Cass. Sez. Unite 22 dicembre 2017 n 57503